Nello sviluppo di ogni società, vediamo cosa c’è dietro la pubblicità che con le sue evoluzioni ha una costante:
la trasmissione delle notizie.
Pubblicità:
Voglio partire dalla Grecia culla della filosofia, della comunicazione, degli oratori e dei miei antenati. I principali personaggi erano: gli aedi ed i banditori.
Qui in foto l’esempio dei cantastorie e girovaghi che avevano il compito di tramandare storia e gesta degli eroi. La continuità di questa importante eredità passò ai ‘trovatori’ e poi ai ‘banditori’ con funzione di pubblicità intesa ancora come strumento. Si espandeva tramite avvisi su muro (caratteri visibili e scritta in rosso, vedi l’esempio di Roma ad oggi che si trova a piazza Geremia Bonomelli, con Vota Garibaldi, infatti questi sistemi erano utilizzati per fare propaganda o eventi…altro che faceboook!).
I mercati si ampliavano e piano piano ci fu la necessità del giornale. (Prime notizie del giornale in Cina, dove si svuluppò un sistema di stampa in legno).
Era moderna dietro la pubblicità progresso:
Gutemberg venne ispirato da un torchio da uva e rese la penna uno strumento affascinante e borghese, donandogli nobiltà (che oggi perdiamo con le fake news: Articolo su fake news).
Subentrarono poi messaggi visivi, padroni della scena ancora oggi.
Sapete cosa ho scoperto? Che nasce tutto dall’arte. Quel che oggi fanno gli influencer moderni veniva fatto dagli attori delle Commedie, nominando fornitori ed eventi tra le battute di scena.
Informazione o persuasione?
Il mero compito della pubblicità è quello di informare ma si è evoluto anche nel convincere. Ogni messaggio di base però contiene entrambi, che agiscono in maniera diversa su persone diverse.
Dunque come vogliamo considerarla, scienza o arte?
Questo dubbio mi viene anche sul mio lavoro quando faccio le ads, non capisco mai il limite non ben definito della tecnica e della creazione.
Potremmo dire che da tecnica, diviene arte, perchè rimane pur sempre un lavoro di un creativo.
Tipi di pubblicità:
Tra i vari tipi che sintetizzano quel che c’è intorno ci sono:
- Pubblicità d’argomentazione; la mia preferita perchè alla base vi è la seduzione (es.pubblicità di auto ed amari)
- Pubbicità di ripetizione; spammare fino a sfinimento (es. Wind, Vodafone)
- Pubblicità di simpatia; attira il favore del pubblico (es. Taffo)
La pressione psicologica di convincimento della pubblicità ha un potere enorme e supera a volte la criticità e la valutazione di colui che la subisce.
Far bene e farlo sapere
Con il secolo seguente si sono instaurati nella mente delle persone diversi meccanismi: la socialità diventa importante così come la reputazione.
Io la pubblicità la metto vicina vicina al comportamento. Guarda quel che fanno e vendi quel che vogliono. Finale? Vissero tutti felici e contenti.
Tutte le azioni derivano dall’emotività e razionalità. Le caratteristiche socio-culturali poi interagiscono tanto nella comunicazione dunque l’approccio deve essere sempre psicologico. Attornato ed accompagnato dall’economia, dalla sociologia, antropologia e semiologia.
Pensavo che l’aver studiato psicologia non portasse poi a tanto, se non per gli psicologi. Ad oggi invece trovo utile avere un approccio per la pubblicità di elaborazione dei dati profonda, come lo scavare il punto più basso dell’iceberg.
Mi spiego meglio: per vendere un prodotto segui prima come ‘uomo x’ arriva a quel prodotto e quali atteggiamenti ha nei confronti di esso, così da prevederne il comportamento (quel che si proclama di fare il funnel).
Avere o essere questo è il problema:
Cosa dà realmente la pubblicità? Permette e dona modo di esprimere un desiderio.
Quel che riguarda il tuo gusto, personale e culturale, è godibile e desiderabile! Un sogno condiviso e condivisibile che porta la gente ad agire spesso anche senza senso apparente! L’avere, a volte, tende a surrogare i valori dell’essere.
Dietro la pubblicità progresso
C’è un mondo di riflessioni e di storie tutte da leggere e scoprire, ma la realtà è che ci vuole uno sforzo maggiore per interpretarla nel modo giusto, cercando di capire anche quali sono le esigenze di nascita di quella particolare campagna. Ciò vuol dire che come al solito vince l’importanza del contesto.
Ricordiamoci anche che udire e vedere sono atti fisiologici, mentre ascoltare e guardare con attenzione e comprensione sono invece psicologici. Cerchiamo di non recepire con troppa euforia un consumismo che porta allo spreco, perchè la libertà per alcuni non è un dono ma una conquista.