Fake news e libertà di stampa

Premessa: questo non vuole essere un articolo politico.

 

Si tratta semplicemente di una riflessione su un film del cinema, che per deformazione mi ha ricondotto il pensiero al lato social.

Di rado vado al cinema, sto troppo scomoda e di base mi invvervosisco quando devo condividere il mio spazio personale con persone con cui non ho confidenza, ma per dei bei film è necessario. Il film necessario da vedere in questione è : The Post.

Breve descrizione film The Post

Anno 1971, le donne facevano solo le ‘donnine’, con abiti deliziosi e sempre curati, gli uomini invece erano coloro che gestivano il potere ed il potere era ancora da assestare in politica.

Una politica ‘viziata’ come han definito nel film, talmente tanto, che le scelte dei giornali spesso sono dettate dal livello di amicizia tra le persone dei piani alti.

Un uomo del Pentagono, divulga una parte dei documenti di un rapporto segreto rubato ed ovviamente è il New York Times ad avere l’anteprima. Dopo che il giornale più importante è stato messo a tacere per un pò, la drastica scelta di rendere pubbliche le restanti informazioni, va ad un giornale di carattere più familiare, con a capo una Donna.

Divenuta a capo dell’azienda solo ed esclusivamente per la morte del marito, senza credito, ne fiducia da parte dei collaboratori, rischia il lavoro, la libertà e le amicizie per

la libertà di stampa.

Tutte le guerre per la libertà di stampa per? scrivere idiozie

Questo per riflettere su una questione; Secondo voi, è più importante oggi arrivare o divulgare?

Scorro spesso la bacheca facebook e fortunatamente ho persone che, se scrivono, scrivono quel che vedono. Amo avere i giornalisti nella home, perchè sanno sempre prima per cosa essere arrabbiati.

Spesso però mi ritrovo delle condivisioni di pezzi clamorosamente falsi, che creano un rumors incredibile, un tornado di polemiche inutili e commenti basati sull’inesistente.

Allora respiro e mi domando, ma tutte le nostre lotte per il diritto alla verità, ma dove sono finite? A cosa sono servite? Non è tanto chi le scrive, che dovrebbero bloccare, ma chi condivide.

Oggi è più importanti essere virali, che essere giusti.

Fakenews

Ovviamente le fakenews (notizie false) circolavano anche molto tempo prima di internet, tuttavia la conseguenza dei social media è stata sconvolgente. Perchè quel che prima era una notizia che circolava per voce, ora ha una valenza di portata mondiale.

Ad oggi è più importante che un post sia virale, piuttosto che vero. Vi assicuro anche che la metà della comunicazione aziendale è per lo più inventata e non me ne tolgo neanche dal farla io stessa… in parte.

Ma un conto è la vendita, un conto è l’informazione.
Testate che incitano l’odio, il razzismo, la politica…
Mai avrei fatto la giornalista proprio per questo. Reputo questo tipo di lavoro affascinante, ma tanto scomodo.

Ora…

Questo non vuole essere un attacco a chi scrive fakenews, per molti è anche un business e posso anche tollerarlo, ovviamente il net è pieno di ‘no sense’, ma reputo che, molte testate giornalistiche di spicco, dovrebbero concentrarsi e focalizzarsi sulla ricerca delle verità e non sulla caccia alla notizia d’inchiesta o al gossip di turno, per quello c’è sempre Signorini.

Noi tutti dovremmo riflettere e capire che ciò che pubblichiamo online ha una valenza.

Che le parole con cui descriviamo i fatti, vengono lette e creano informazione che poi verrà passata ad altri, dunque è sempre giusto scrivere i fatti nella maniera più onesta possibile.

Con ciò non intendo dire che ognuno che scrive è un giornalista, opinionista, blogger etc. anzi, molti dovrebbero levarsi questa convinzione.

Il web, così come i giornali, non sono posti dove vomitare qualsiasi cosa in cerca di attenzione o visualizzazione.

La spazzatura non può essere giustificata, nè tollerata.

Nel rispetto non solo di chi scrive, ma di chi vuole leggere notizie vere. Soprattutto infine nel rispetto per chi si è battuto ed ha rischiato per avere questo diritto.

Ps: film stra-consigliato, inizialmente lento ma avvincente!

Ah, quasi dimenticato, si avvicinano le elezioni, ne vedremo delle belle.

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