Il fallimento in ottica di opportunità! Come fallire bene

Il fallimento in ottica di opportunità!

Come fallire bene

Spesso parlo del mio lavoro, ma ho letto che posso fare come mi pare sul mio blog 😛 perciò oggi parlerò un pò delle mie esperienze, attingendo semplicemente a fatti realmente accaduti nella mia vita.

Partirò da un concetto di base che è la motivazione per ogni buona riuscita in ogni ambito: il fallimento.

Quante volte in doccia o sul letto ci siamo fermati bloccati da un senso di disagio, in un momento così triste e profondo ripetendoci mentalmente: ‘sono un fallito, non ci riuscirò mai, sto per mollare, va tutto storto’. Ultimamente erano diventate frasi troppo automatiche e mi sono confrontata con più persone.

La realtà è che nessuno nella sua vita è stato esente da muri o situazioni antagoniste, tutti abbiamo fallito e tutti siamo andati avanti.

Non ho fallito. Ho solamente provato 10000 metodi che non hanno funzionato.
(Thomas Alva Edison)

E dato che mi piacciono le citazioni riporto anche Michael Jordan, tanto per gradire…

 “Avrò fatto undici canestri vincenti sul filo della sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo… e io l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”

Anno delle grandi realizzazioni

Bene, secondo un omino tanto piccolo quanto saggio, quest’anno rappresenta l’anno delle grandi realizzazioni!

Bisogna affrontare il fallimento in maniera costruttiva, perchè fa parte di un percorso di crescita:

  • Se in qualche modo hai fallito, ci hai provato. Già è tanto.
  • Cerca di inglobare tutte le informazioni che il fallimento ti dona. Cos’è che non ha funzionato? Migliora.
  • Identifica come modificare il tuo atteggiamento per provarci nuovamente

Il fallimento in ottica di opportunità! Come fallire bene

Happiness

Ogni energia deve essere incentrata sulla ricerca della felicità, sembra mistica come riflessione, ma è così.

Se ogni giorni pensi in maniera costante che: ‘la tua felicità è il tuo punto di arrivo’. Vedrai che avrai meno tempo per farti sopraffare dal resto, dalle scuse e dalle finte convinzioni. Basta cambiare ottica. Anche gli eventi negativi devono essere visti come opportunità.

Eccoci arrivati ai miei tristi esempi sfigati:

Elementari

  • alle elementari ero tanto timida, piangevo ogni giorno allo specchio perchè mi sentivo brutta, ma cosa peggiore a confermarlo erano anche i maschietti (dunque di logica non era solo una semplice sensazione). Le miei prime cotte erano solo utopiche, perchè anzichè guardar me, le attenzioni erano tutte verso la mia migliore amica ed io in qualche modo ho iniziato a mettermi da parte proprio a quell’età. Gli angoletti erano i miei amici e mai e poi mai, mi sarei messa al centro di qualsiasi situazione. Accettai velocemente di farmi sopraffare dagli eventi. Ovviamente non esisteva l’invidia, dunque accettavo, consapevole del fatto che in gran parte tanto era mia la colpa. Tornavo a casa e piangevo, ripetendo questo triste giochino per anni.

Medie

  • alle medie beh, mi son resa conto di avere delle forme solo perchè gli altri me l’han fatto notare. Tutto è successo così in fretta che l’affermazione più in voga tra i miei compagni era: ‘sei cascata stanotte?’ Non capivo.  La mia classe era divertente e penso siano stati gli anni in cui ho cercato di strutturare la mia personalità, non mi importava sentirmi diversa, perchè era quel che volevo. A scuola ero la classica sfigata del: ‘ è brava ma non si impegna’, ma i professori stranamente mi avevano preso a cuore, talmente tanto che la P del mio cognome quando l’estrazione era casuale, casualmente era sempre perfettamente al centro del registro. Mi ricordo che la mia professoressa di francese agli esami mi prese per il collo alzandomi da terra (in maniera scherzosa, però lo fece realmente), non sapevo se essere terrorizzata o contenta in seguito a: ‘io credo in te, sappi che se non dai il meglio te la faccio pagare’. Non ho mai saputo se era una frase di incitazione o violenza, fatto sta che il francese adesso lo odio.

Superiori

  • alle superiori mi ritrovai dalla realtà di periferia ad una realtà del centro di Roma. La differenza Roma Nord, Roma Sud esiste! Ci avevo messo così tanto per sentirmi fiera del mio essere diversa, che ci rimasi male quando quel mio modo di essere, veniva criticato così sfacciatamente dalla nuova classe. Unica classe mista che comprendeva 3 ragazzi e 27 donne. Ingestibile! Mi ricordo gli scontri per il fatto che io qualsiasi cosa facessi, ero ‘burina’. Ma non li biasimo, ricordo di aver messo per un lungo periodo scarpe uguali ma di colori diversi -.- La professoressa di matematica aveva instaurato il cassico rapporto che mi accompagna in tutte le cose: amore/odio. Un giorno con un sorrisetto malefico mi disse: ‘non concluderai mai nulla nella vita e di sicuro all’università non ci andrai mai’.

Università

  • l’anno dopo quasi a sfidarla, andai all’università ed entrai nella facoltà scelta, fu l’anno dell’alcool e delle soddisfazioni e quando scelsi il mio relatore da buon antropologo mi disse: ‘non voglio farti da relatore, perchè a me gli psicologi proprio non piacciono’. Bene la mia facoltà era appunto Psicologia del Marketing. Non doveva dirlo, mi presentai ogni giorno davanti alla sua porta e per sfinimento decise di accettare di diventare il mio relatore. Non fu tutto rose e fiori, non si presentava alle riunioni e solo chi lo prende quotidianamente sa i santi che arrivano per muoversi con il treno fino a Termini, ma lui spesso si dimenticava del nostro appuntamento concordato! Ci accordammo, accettai una tesi scelta in parte da lui! La tesi mi cambiò la prospettiva politiva: ‘Usi e pratiche della maschera degli indignatos’. Il ‘bozzo’ dietro la schiena fece si che non solo incontrai per caso il disegnatore della maschera di V per vendetta, ma riuscii senza parlare inglese a chiedere di firmarmela. Entrai in aula il giorno della mia laurea con la maschera firmata da David LLoyd, il professore a quel punto sapeva che in cuor suo ero stata una buona scelta.

Primo lavoro

  • Il mio primo lavoro fu da Zara, appena laureata avere soldi in tasca sembrava un sogno. Stipendio ottimo, colleghi simpatici e amicizie sul lavoro. Periodo saldi, nuova opportunità; percorso formativo per diventare vice di negozio, valido solo per laureati. Zitta Zitta faccio domanda, colloquio telefonico passato, mesi dopo nessuna notizia. Arriva il responsabile scusandosi mi dice: ‘forse ho contribuito al fatto che non sei stata richiamata, anzi devo essere sincero, ho detto una cosa che potevo evitare’ ed io: scusa? R:’beh si mi han chiesto quel che pensavo di te ed ho detto: “troppo carina e dolce per un ruolo di resonsabilità”. Ci rimasi talmente male che non mi resi conto subito della gravità delle parole, la colpa non era sua, ma mia. Avevo detto troppi si a cambi turni, a riposi, a tutto! Avevo solo bisogno di soldi però non ho mostrato di avere carattere. Decisi di farlo poco dopo, abbandonai zara e promisi di mangiarmi tutti i soldi in panini. Così feci veramente.

Primo viaggio in solitaria

  • Prima di allora non mi ricordo neanche di essere mai andata al bagno da sola. Timida ed insicura, senza conoscere neanche la parola più sciocca, partii da sola in AMERICA, contro la volontà di tutti che mi ripetevano: ‘ma sei sicura? è pericoloso, gli squali ti mangiano, le persone sono aggressive, ma come farai con la lingua’. Ero troppo ferita, mi sentivo troppo male con me stessa. Mi serviva decisamente di mettermi alla prova! Fu l’esperienza in solitaria migliore della mia vita.

Primo concorso

  • Tornata senza soldi, cercai lavoro e ci fu il post viaggio di depressione. Fino a quando non vinsi un bando. 15000 euro in tasca per un Master, incredibile! Cioè mi hanno regalato 15000 euro per fare un percorso formativo da me scelto, ancora mi fa strano! Tutti, compresa mia madre (donna del no per eccellenza) dissero: ‘è una fregatura, devi anticipare dei soldi, non li rivedrai mai più. Vedrai, è una truffa, ma ti pare ti regalano a te i soldi’ etc. etc. Voi le avete ascoltate le voci? io No. Master in tasca e creazione di un nuovo lavoro stupendo, il mio. Son due anni che lavoro online, son due anni che ricevo appunti dai superiori in toni non consoni ad un rapporto lavorativo, oggi ho deciso che devo dimostrare che sbagliano. Accetto le critiche ma non faccio di esse un trauma, ma un’opportunità!

Ringraziamenti:

Grazie alle persone che non hanno creduto in me, grazie a tutti quelli che pensano che le imprese siano impossibili e grazie a chi mi reputa coraggiosa, perchè sbaglia. Non è coraggio, è credere nelle opportunità del mondo in maniera talmente limpida, leggera e forte che deve essere per forza ricompensata.

Buon fallimento e buon anno delle realizzazioni

 

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